Cartiera di Borgo (Cartiera di Borgoau)

E negli anni Sessanta era l’Italia Attraversato il boom economico. L’imprenditore cartario Luigi Borgo desiderava un nuovo stabilimento che ospitasse una nuova enorme macchina continua. La fabbrica doveva essere in grado di espandersi man mano che gli affari aumentavano. Questo era un grosso problema, aveva bisogno di una stanza lunga 250 metri con un muro di 160 metri senza pilastri (per consentire una potenziale espansione).

Chiama Borgo PierLuigi Nervi per risolvere il problema. Nervi era un architetto italiano specializzato nello stile brutalista. A quel tempo aveva già costruito diversi stadi, ponti, palestre e la sede dell’UNESCO in Italia. Nervi era innamorato delle potenzialità architettoniche del cemento armato ed era già conosciuto come il “poeta” o il “sarto” del cemento armato.

Nervi decise di affrontare la sfida in un modo completamente diverso, costruendo una struttura simile a un ponte invece del normale edificio industriale. Ha costruito due serie di pilastri per sostenere le catene metalliche che permettono al tetto di “galleggiare” sopra la struttura senza colonne, ma con pareti realizzate solo in metallo e vetro.

La nuova cartiera di Borgo diventa una struttura iconica. È stato in uso fino al 2013, quando l’azienda è stata chiusa completamente a causa del calo delle vendite dei giornali. Lo stabilimento è stato riutilizzato a partire dal 2015 dopo essere stato acquisito da un’altra società.

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