A partire dagli anni Sessanta, Anna Bella Geiger si interessa alla cartografia come terreno conteso che esprime e contiene confini geopolitici. La sua cartografia e il linguaggio dei simboli hanno fornito terreno fertile per gli esperimenti dell’artista in pittura, collage, scultura, video e pittura. Il primo video di Geiger Biglietti1Schizzare la topologia delle scale a Rio de Janeiro. Scattata con un Sony Portapak in un solo giorno del 1974, Biglietti1 Si trattava solo di un video realizzato insieme al lavoro di diversi altri artisti che si sono riuniti per provare la nuova attrezzatura video, che un diplomatico brasiliano aveva appena portato a Rio dopo un viaggio a Los Angeles.
All’epoca, Geiger era professoressa alla Scuola d’Arte del Museo d’Arte Moderna di Rio, disillusa dalla sua pratica dell’arte astratta in seguito alla Legge Istituzionale Numero 5 (AI-5) del 1968, che segnò l’abbandono dell’esercito di relativa moderazione politica (in concomitanza con la Presidenza di Castelo Branco (1964-1967) favorì dure misure autoritarie che chiusero il Congresso, sottoposero tutti i crimini a severi controlli e punizioni e usarono la censura come ultima forma di controllo e repressione. Si trattava anche di una questione personale per l’artista, poiché suo marito fu imprigionato alla fine degli anni ’60, insieme a molti altri accademici liberali, nell’ambito di una repressione militare.
Negli anni ’70 c’era un grande interesse per la nuova tecnologia Portapak da parte degli artisti brasiliani, che trovavano nel lavoro quotidiano minimo un modo per ripristinare l’intimità e l’individualità in un regime militare sanzionato dallo stato. Biglietti1 Il passaggio dell’artista da quella che il critico Mario Pedrosa ha definito la “fase profonda” di Geiger nel suo lavoro organico e astratto su carta, verso quello tecnico e performativo, concentrandosi quotidianamente sui lavori ripetitivi che ha sostenuto. Nei tre video, Geiger percorre incessantemente le scale di Rio, sperimentando quella che lei chiama “archeologia”.
Ho parlato con l’artista del significato personale e politico di quest’opera.
—Molly Superfine, membro del consorzio di ricerca Mellon Maron, divisione Media e performance
Anna Bella Geiger. Biglietti1. 1974
Anna Bella Geiger. Biglietti1. 1974