Roma, l’Italia e le isole italiane di Sicilia e Sardegna rischiano di diventare le prime due regioni a perdere il loro status di zone sanitarie “bianche” a basso rischio nelle settimane precedenti l’epidemia di coronavirus, dati diffusi dal Ministero della Salute Martedì la salute.
Secondo gli ultimi dati, in Sicilia sono ricoverati oltre il 14% dei malati di corona. La Calabria, un’area vicina ai piedi della primitiva penisola italiana, sta per essere riclassificata come zona “gialla”, con l’11,4% della popolazione colpita ricoverata in ospedale.
Le regole del virus corona italiane richiedono che qualsiasi area con un tasso ospedaliero superiore al 15% vada nella categoria “gialla” lunedì prossimo.
Nell’ultima settimana sono aumentati i ricoveri ospedalieri in sette delle 20 regioni italiane.
Percentuale di pazienti ricoverati nel reparto di terapia intensiva in Sardegna: 11,2 per cento. L’intervallo è del 10%, il che significa che è probabile che la regione vedrà un cambiamento nel suo stato lunedì se non ci sarà una drastica riduzione del numero di pazienti in terapia intensiva nei prossimi giorni.
Se da lunedì prossimo Sicilia, Sardegna o Calabria vengono dichiarate zone “gialle”, è la prima volta da giugno che 20 regioni d’Italia vengono classificate al di fuori di ogni categoria “bianca”.
Dopo Sicilia e Calabria, le aree più alte in base ai tassi ospedalieri complessivi sono la Sardegna al 7,4 percento e la Campania e Napoli al 7,0 percento.
In termini di percentuale di pazienti in terapia intensiva, i maggiori rischi dopo la Sardegna sono il 6,8 per cento in Sicilia, il 6,7 per cento nel Lazio, capoluogo di Roma, e il 6,5 per cento al largo della Liguria.
Entrambe le misure – ospedalizzazione totale o pazienti in terapia intensiva – rientrano nei limiti stabiliti rispettivamente del 5,2 e del 3,7 per cento della media nazionale.
Le regioni nella sezione “Giallo” vedranno restrizioni allo spostamento nella regione e precedenti orari di chiusura per ristoranti e bar. Non sono state riscontrate aree italiane a rischio di essere classificate come zone “arancioni” o “rosse” ad alta restrizione.
Martedì, il Paese ha registrato 5.636 nuovi casi e 31 nuovi decessi nelle ultime 24 ore.
Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute, circa 34,9 milioni di residenti italiani sono completamente vaccinati, ovvero il 64,5% della popolazione del Paese di età pari o superiore a 12 anni.
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