11 gennaio (Reuters) – L'ex azienda siderurgica italiana Ilva, ora conosciuta come Acciaierie d'Italia (ADI), ha una storia segnata da sfide ambientali ed economiche e potrebbe essere posta sotto amministrazione speciale dal governo.
La sua produzione, inferiore a 3 milioni di tonnellate contro un obiettivo di 4 milioni entro il 2023, rimane fondamentale per l’economia nazionale. Impiega circa 8.200 persone nel suo stabilimento principale nella città meridionale di Taranto e supporta 3.500 persone che lavorano nelle imprese locali correlate.
Di seguito si riportano alcune date salienti della storia dello stabilimento tarantino in cui il gruppo divenne sinonimo.
1960 – Il Gruppo statale Ilva pone la prima pietra di un grande complesso nella città portuale di Taranto, capace di produrre 10 milioni di tonnellate di acciaio all'anno, per la crescente economia italiana.
1965 – Apre i battenti lo stabilimento Ilva di Taranto. Centinaia di ulivi furono sradicati, creando un'area di 15 milioni di metri quadrati.
1973 – La produzione di acciaio in Italia inizia a far fronte agli elevati costi energetici e ad una recessione economica alimentata dalla crisi petrolifera successiva alla guerra arabo-israeliana.
1980 – L’industria siderurgica europea deve far fronte agli elevati costi di produzione, compresi i costi energetici e la sovraccapacità. La crescente concorrenza da parte delle economie emergenti e la fluttuazione della domanda di acciaio si aggiungono alle sfide.
1988 – Il governo italiano decide di vendere le sue acciaierie sul territorio nazionale a società private.
1995 – Il gruppo italiano Riva, con sede nella città settentrionale di Milano, diventa proprietario del sito di Taranto.
2012 – Gli ufficiali di giustizia ordinano il sequestro dello stabilimento di Taranto per crimini ambientali, compreso l'inquinamento dell'aria e dell'acqua. Il governo italiano controlla l’impianto.
2016 – Secondo un rapporto dell'Azienda sanitaria regionale, il tasso di mortalità per cancro al polmone nei distretti vicini allo stabilimento Ilva è stato di un terzo più alto del normale, mentre i decessi per malattie respiratorie sono stati in media del 50% più alti.
2018 – Il governo italiano vende ADI ad ArcelorMittal, uno dei maggiori produttori di acciaio al mondo, mentre il gruppo con sede in Lussemburgo è impegnato in iniziative di risanamento ambientale.
2020 – Tra sfide economiche e disaccordi su un piano ambientale, ArcelorMittal annuncia la sua intenzione di ritirarsi dall’accordo.
2021 – Dopo mesi di scontri con il colosso dell'acciaio, l'Italia concorda con ArcelorMittal per riprendere il controllo dell'azienda siderurgica in difficoltà e garantire migliaia di posti di lavoro.
2024 – ArcelorMittal respinge il piano del governo italiano di acquisire una partecipazione di controllo nell’ex Ilva, aprendo la strada a battaglie legali. (Segnalazione di Giselda Vagnoni, montaggio di Keith Weir)
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