Reporter Senza Frontiere ha affermato che un’analisi delle prove video e delle testimonianze dal luogo dei raid che hanno ucciso un giornalista e ferito altri sei nel Libano meridionale ha scoperto che erano “esplicitamente presi di mira”.
Il giornalista della Reuters Issam Abdullah è stato ucciso vicino al villaggio di Alma al-Shaab mentre seguiva uno scontro a fuoco lungo il confine tra le forze israeliane e membri del gruppo libanese Hezbollah.
L’Osservatorio ha affermato: “Due attacchi nello stesso posto e in un periodo così breve… dalla stessa direzione, indicano chiaramente un obiettivo preciso”.
L’analisi ha rilevato che i giornalisti sono rimasti in piedi a filmare su una collina per più di un’ora finché gli attacchi non sono avvenuti a 37-38 secondi di distanza l’uno dall’altro ed entrambi gli attacchi provenivano da est, verso il confine israeliano.
Il primo ha ucciso Abdullah, mentre il secondo ha investito un’auto della squadra di Al Jazeera, ferendo i giornalisti che si trovavano accanto ad essa.
Il gruppo ha notato che i giornalisti indossavano caschi e giacche con la scritta “Stampa” e che l’auto aveva la scritta “Stampa” sul tetto.
Ha aggiunto che testimoni oculari hanno riferito di aver visto un elicottero israeliano sorvolare la scena poco prima dei raid.
Il rapporto non menziona specificamente la responsabilità di Israele per l’incendio, affermando che l’indagine continua.
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